Diversità o ricchezza, disagio o opportunità?

Nell’articolo si parlerà del disagio come opportunità di trasformazione

Nella nostra società usare il termine “anziano”, o peggio che mai, “vecchio” pare sia sbagliato. Da qui una serie di perifrasi, aggiustamenti, spesso ridicoli, che mascherano la verità. Come i ciechi vengono definiti “non vedenti”, o un disabile viene definito “diversamente abile”, con verità alternative, Perché, che bisogno c’è di cambiare le parole? Se la verità è vissuta come un oltraggio, la finzione diviene l’unica via percorribile lungo il cammino di un’illusione questa sì, oltraggiosa. De Robertis, 2007

Il Disagio e la Risorsa

Come prima cosa vi chiedo di modificare il titolo in questo modo: Diversità e ricchezza, disagio e opportunità? Sembra altrimenti un aut-aut che toglie, diminuisce e scinde mentre a me piace pensare a tutto ciò che include. Fatta questa richiesta vorrei collocare questo intervento all’interno di un vertice teorico che definisco “clinico” nel senso che ha a che fare con la dinamica delle relazioni. Di nuovo mi interesso del titolo e trovo che le parole che colpiscono sono disagio e risorsa.

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