Cosa faccio di quel che mi disturba?

Nell’articolo si parlerà del disagio come primo sentore che sta avvenendo qualcosa dentro di noi e come l’essere umano tenta di rispondere a questa emozione.

Grazie al mestiere che faccio, da molto tempo mi confronto con un sentimento importante che è la dissonanza, sia essa cognitiva o emotiva e, non ultima, anche sociale, lavorando da anni anche nel terzo settore.

Penso che la dissonanza sia quel fattore che ci mette fortemente in crisi e che possa spingerci a fare qualcosa in termini di cambiamento.

Le dissonanze, storicamente, hanno sempre suscitato un grande interesse e, dal mio punto di vista, hanno dato l’energia alla nascita della psicoanalisi. Cioè ad una vera e propria rivoluzione culturale e sociale.

Il termine dissonanza fu introdotto nel 1957 da Festinger, ma ripreso da Erikson proprio per descrivere situazioni di complessa elaborazione cognitiva in cui nozioni, credenze, opinioni esplicitate contemporaneamente nel soggetto in relazione ad un tema, si trovano a contrastare funzionalmente tra loro: questa “incoerenza” genera disagio, perciò l’essere umano cerca di
eliminarla o di ridurla il più possibile.

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